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Château Mont-Redon


La storia di Château Mont-Redon è una bella storia di successo familiare di cugini che hanno saputo perpetuare e sviluppare il patrimonio tramandato con intelligenza, entusiasmo e professionalità. L'arrivo della quarta generazione nella tenuta ne è la prova. Grande arte.



Curiosità: accettando un pizzico di letteratura che strizzi l'occhio alle vacanze, parte di questi termini figura nel libro di pubblico dominio La strega ovvero degli inganni de' demoni di Giovan Francesco Pico Della Mirandola, nella seguente frase:

"Può ancora il pubblico nimico del genere umano aver voluto spargere alcune reliquie più nascoste della superstizione dei Gentili: a cui già si sacrificava l'oca sotto il simulacro d'Inaco e d'Inachide, e di qui vennero quei versi: Non giova il Campidoglio aver difeso
Che gl'intestini suoi non ti dia l'oca
Inaco degno;
ovvero come altri vogliono che si legga piuttosto: Il fegato la vacca Inaco dia
A te ne' piatti.
Dice Plinio che si soleva sacrificare il fegato dell'oca a Inaco Dio del fiume d'Argo; il qual uccello s'allegra dell'acqua, e d'Inachide si prova perchè si sa per la storia d'Erodoto, che i sacerdoti egizi erano soliti mangiar carne d'oca: e quivi con gran superstizione s'adorava Iside, che fu tenuta poi Diana: in oltre l'oca più astuta del cane (come disse colui) facilissimamente conturba molto il silenzio della notte, alla quale diceano Diana essere soprastante: e il demonio forse prese i piedi di quell'uccello a dinotare che così come quello è uccello vigilante, e quando le bisogna essere intenta a far la guardia, è senza sonno; così doversi ancora essere sollecito all'andare a quel giuoco, e quivi consumare tutta la notte dandosi buon tempo; ovvero perchè si dicesse, che una certa parte di quell'uccello incita le donne a lussuria
", che potrebbe far sorridere chi gradisce la commistione di viaggi e cultura.
Maggiori dettagli e altre frasi: Frasi viaggio: tempo, fiume, notte, cane, storia, dio, luogo.

Lo Château Mont-Redon si apprezza ancora di più quando si ha avuto la possibilità di visitare il suo terroir, un superbo altopiano (il più alto della denominazione) dove il sole cocente si riflette ampiamente. Si rimane subito colpiti dai numerosi e grandi ciottoli arrotolati su un banco di argilla profondo due metri che alimentano le radici. Le terrazze calcaree di Urgonian ospitano le tradizionali varietà di uva bianca.

Château Mont-Redon possiede 100 ettari di vigneti, il più grande vigneto della denominazione. Le rese sono deliberatamente limitate per aumentare la sostanza e la concentrazione dei vini. Tutte le uve sono diraspate e la vinificazione si basa sulla fermentazione con follatura, che permette di esaltare il potenziale del terroir.

Le migliori annate provengono dai tredici vitigni della denominazione e vengono invecchiate in botti nelle cantine sotterranee. I vini riflettono la filosofia dei proprietari che privilegiano il carattere rispetto alla moda e l'espressione del terroir rispetto alla tecnologia.

Il rosso di Château Mont-Redon ha un colore granato intenso con aromi di frutti rossi surmaturi, tabacco, cacao, tostatura e vaniglia. Una vera e propria tavolozza di complessità aromatica che, con l'invecchiamento, richiama la liquirizia e il cuoio vecchio, un vino ricco e pieno in bocca, molto carnoso e ben equilibrato con tannini presenti. Il legno rimane discreto e contribuisce alla struttura e alla complessità aromatica. Questo è un vino da sdraio.



Il bianco di Château Mont-Redon ha una tonalità verdognola e un naso molto aromatico caratterizzato da aromi di frutta bianca. Molto fruttato, affascinante, untuoso con molta freschezza e vivacità in bocca, grasso, molto floreale, con note di agrumi, frutta esotica, molto equilibrato e molto aromatico. Uno dei migliori vini della regione.

La produzione viene venduta in Francia a clienti privati e ristoranti, mentre il 60% viene esportato in 45 Paesi. La politica commerciale dell'azienda familiare è fondamentalmente orientata verso un'estrema diversità di punti vendita che riflette la sua storia. Nel corso delle generazioni, si sono create amicizie e affinità sia in Francia che ai quattro angoli del mondo, nel mondo degli amanti dei grandi vini.

Jean Abeille gestisce la viticoltura e la commercializzazione delle esportazioni; suo cugino, Didier Fabre, si occupa della gestione finanziaria e del personale. Oltre ai 100 ettari di Châteauneuf-du-Pape, ci sono 35 ettari di Côtes-du-Rhône e 20 ettari di Lirac, altri due vigneti particolarmente ben posizionati, proprio al di là del Rodano. I vini sono vinificati con lo stesso rigore della casa e sono carnosi, fruttati e complementari al grande Château Mont-Redon.

Château Cantenac


Nicole Roskam-Brunot, una "donna del vino" da sempre appassionata, ha preso il posto del nonno e del padre per occuparsi con passione dei vigneti di Château Cantenac. Oggi è assistita dal figlio Frans, ingegnere agricolo laureato in enologia.

Frans Roskam divide il suo tempo tra Château La Lauzette, un Cru Bourgeois a Listrac che beneficia di un ottimo terroir, e Château Cantenac, dove è venuto ad assistere sua madre per massimizzare il potenziale della proprietà di famiglia. In giovane età gli è stata trasmessa la passione per il vino e per i terroir.

L'obiettivo aziendale è quello di adattare una viticoltura più precisa praticando il lavoro "verde", la concimazione, il diradamento delle foglie e la parcellizzazione.

Si ha la fortuna di avere due tipi di terroir: uno sabbioso-ghiaioso con profonde zone ghiaiose, ideale per le prime annate, un terroir che viene vendemmiato quasi contemporaneamente a Pomerol; l'altro situato sulla collinetta di Cantenac, composto da argilla blu, un tipo di terreno che si trova in molti vigneti di Pomerol, dove il Merlot fiorisce meravigliosamente. La cupola è molto ghiaiosa e i pendii sono più argillosi, quindi si tratta di un terroir "a mosaico" che apporta molta complessità al vino.  Continua... Château Cantenac


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